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cake
Cake day: June 15th, 2023

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  • Due requisiti:

    • Deve necessariamente essere abbastanza piccolo da poter essere usato con una sola mano, e da permettermi di piegarmi per allacciare le scarpe con il telefono in tasca.
    • Deve essere possibile installarci LineageOS o simili.

    Purtroppo il primo punto è sistematicamente ignorato dall’intero mercato, quindi dovrò fare come ho fatto l’ultima volta: comprerò lo stesso telefono che ho dal 2018 (Xperia XZ1 Compact). Per fortuna aveva un hardware di tutto rispetto, ed è ancora perfettamente utilizzabile 6 anni dopo.


  • Ho visto datori di lavoro chiedere ai dipendenti di rientrare in ufficio un giorno perché veniva in visita un cliente importante e volevamo avere gli uffici pieni

    Che sarebbe anche sopportabile. Farsi la sbatta una tantum, quando c’è effettivamente bisogno di essere in ufficio (anche per un motivo di facciata come questo), non è poi così male.

    Il problema è l’aspettativa di dover andarci ogni settimana perché sì.

    Io ho il privilegio di aver potuto dire “No” quando mi hanno chiesto di fare uno o due giorni a settimana in sede. Vorrei che tutti quelli che fanno un lavoro che non richiede la presenza possano rispondere allo stesso modo.





  • Ottimo vedere un approccio alternativo al banale e inefficace inasprimento delle pene, una volta tanto. Speriamo dia risultati.

    In tanti anni che guido non sono mai stato fermato nemmeno una volta per un controllo alcool test. Io lo avrei passato ogni singola volta dato che non guido in stato di ebbrezza, ma quando è più probabile fare un incidente che essere fermati per un controllo, tanto vale ignorare la seconda possibilità.

    P.S.
    Quanto è irritante usare acronimi a sproposito (non è diretto a te, OP, che hai postato il titolo originale)? A leggere il titolo pensavo fosse una proposta di Boston, dato che il MIT (che tra l’altro si scrive con tutte le lettere maiuscole, come tutti gli acronimi) è una delle università più importanti e conosciute al mondo.





  • E-reader tutta la vita (almeno per romanzi, non è in effetti una tecnologia adatta a ogni tipo di libro).

    Per quanto mi riguarda, tutto quello che mi trasmette un libro è il suo contenuto. Se penso ai libri più belli che abbia mai letto, come mi hanno cambiato, quello che mi hanno insegnato, come mi abbiano trasportato durante la lettura, l’unica cosa che ricordo è il loro contenuto. Finché il medium è abbastanza buono da non intaccare l’esperienza di lettura, e gli e-reader sono obiettivamente una tecnologia matura, non vedo nessuna motivazione per cui la carta dovrebbe essere migliore.

    Né peggiore, salvo gli ovvi vantaggi “laterali” degli e-reader su spazio occupato e ricerca nel testo.


  • perché sono le basi da cui tutti hanno attinto da settant’anni se vuoi l’origine delle storie ,quelli si più banali , che vedi o leggi nella fantascienza dioggi e nei libri di Asimov che vanno cercate

    Come già risposto in un altro messaggio: di solito non si legge un libro per ricercare l’origine delle storie nei libri di oggi. Di solito si legge un libro per diletto, e in quel caso non si dovrebbero consigliare opere banali, stucchevoli o prevedibili.


  • quel qualcuno le doveva far notare che da quei capolavori, anche se ad oggi risultano essere banali (per lei), in realtà sono le basi di tutti i racconti e film di fantascienza, che vengono dopo. Le leggi che regolano i robot reali di oggi sono basate sulle 3 leggi editate negli anni 30 del XX secolo oggi siamo negli 20 del XXI secolo, tanto banale non si direbbe. Ma le prospettive non possono sempre collimare.

    A parte che “Le leggi che regolano i robot reali di oggi sono basate sulle 3 leggi” mi sembra una visione molto ingenua. Se provi a entrare in un impianto industriale devi stare bene attento a come ti muovi, i bracci robotici non si fanno problemi a sbriciolarti se ti trovi sulla loro traiettoria. Senza contare la caterva di robot usati in ambito militare.

    Il punto è che, nonostante quelle opere abbiano un’importanza storica, ad oggi sono banali, stucchevoli e prevedibili. Essere “le basi di tutti i racconti e film di fantascienza, che vengono dopo” non le rende meno banali, stucchevoli e prevedibili. Io riserverei la parola “capolavori” per quelle opere che rimangono piacevoli da leggere nel tempo.

    Un conto è se si vuole leggere per capire come il genere si è sviluppato nel tempo (una sorta di rassegna bibliografica). Ma se si legge per diletto, io consiglierei altre opere non banali, stucchevoli o prevedibili.

    Fermo restando che i gusti sono gusti.

    P.S.
    Dare del lei su internet suona davvero male…


  • Io ho letto solamente The Complete Robot, e mi ha fatto passare la voglia di leggere altri libri di Asimov. Storie banali, stucchevoli, e prevedibili (seriamente, per quasi tutte le storie avevo già intuito il finale verso la metà).

    Qualcuno mi ha fatto notare che quelle storie vanno prese nel giusto contesto: Asimov è stato il primo autore a scrivere di robot, e anche se oggi siamo abituati a ben altro tenore, ai suoi tempi erano innovative e interessanti. Ma non lo sono oggi, e non capisco perché vengano sempre consigliate.

    Non so come sono gli altri libri, ma eviterei quello dei robot.